Configurazioni dello spazio e del tempo, che entrano in risonanza con il mio sentire, sono comunque destinate a disfarsi.

La fotografia è il vano tentativo di oppormi a questa impermanenza. Il reiterato piacere di fotografare è l'accettazione gioiosa del mio attaccamento e del tormento a voler lasciare un segno. La scelta della fotografia digitale, destinata a scomparire, è la quintessenza di questa accettazione gioiosa.