Commento alla pratica della Spaziosa Amorevole Presenza di Tara Brach proposta nell’ambito del percorso MHC di Interessere – Mindfulness in azione.

 

Link alla pratica sul sito di Tara Brach

Link al sito dell’Associazione Interessere – Mindfulness in azione

 

Quando a scuola studiavamo il concetto di volume in fisica o in geometria, ci veniva detto che il volume di un corpo è quella caratteristica del corpo che occupa spazio cioè è lo spazio occupato dal corpo: il volume di un corpo è lo spazio occupato dal corpo. In altri termini il corpo con la sua sostanzialità si oppone allo spazio vuoto, la pienezza del corpo opposto al vuoto dello spazio.

In questa pratica invece la prospettiva, in qualche modo, si inverte andiamo a cercare lo spazio dentro il volume del nostro corpo intendendo in questo modo cercare un'apertura, una spaziosità in cui si possa manifestare la vita… la vitalità cioè l'energia che dà corso alla vita, l'energia che dà corso alla libertà. Cerchiamo spazio nel nostro corpo per potere trovare il rilassamento, per poter sciogliere nodi e contratture del corpo, dei muscoli ma anche del pensiero: cerchiamo spazio nel corpo e nella mente.

La pratica è sicuramente suggestiva perché continua a richiamarci costantemente alla possibilità di trovare (immaginare e sentire) questo spazio entro i confini del nostro corpo, entro le pareti del corpo in tutte le direzioni. Questo… questa inversione - non posso negarlo - mi provoca un attimo di reazione, di ribellione concettuale. Ma poi il pensiero che questa inversione logica mi possa offrire un attimo di creatività, un cambiamento di prospettiva in cui forse posso trovare nuovo movimento, nuovo movimento fisico e mentale mi permette di superare o, per lo meno, di lasciare andare questo moto di opposizione.

Allora si rivelano anche altre prospettive, altre possibilità: comincio a sentire questo spazio come uno spazio di libertà, uno spazio di leggerezza e uno spazio di vitalità. Poi arriva l’intuizione: si tratta anche di uno spazio fisico se pensiamo che in fondo i corpi sono fatti di materia, la materia di atomi, gli atomi, sì, sono essenzialmente vuoti; la materia è essenzialmente vuota. Spazio ce n’è.

Questo spazio esiste veramente ed è uno spazio che costituisce la nostra vera natura in cui fisica e tradizione si fondono mirabilmente – “questo corpo è il vuoto e il vuoto è questo corpo” - in cui lo spazio all'interno del corpo è lo stesso spazio all'interno di tutta la materia ed è lo stesso spazio delle stelle più lontane, della materia delle stelle più lontane e lo stesso spazio dell'universo tutto. Ecco, quindi, la connessione tra la spaziosità del nostro corpo e la spaziosità dell’universo. Per un attimo, sono senza confini, libero, un tutto uno con l’universo.

 

La pratica si conclude con una breve poesia tratta da The Radiance Sutras, di Lorin Roche.

 

There is a place in the heart where everything meets.

Go there if you want to find me.

Mind, senses, soul, eternity, all are there.

Are you there?

 

Enter the bowl of vastness that is the heart.

Give yourself to it with total abandon.

Quiet ecstasy is there –

and a steady, regal sense of resting in a perfect spot.

 

Once you know the way

the nature of attention will call you

to return, again and again,

and be saturated with knowing,

“I belong here, I am at home here.”

 

 

 

Articolo pubblicato anche sul sito dell'associazione Interessere - Mindfulness in azione.